Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
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sabato 28 febbraio 2015

Domínica secunda in Quadragésima - Santa Messa "Non Una Cum"...

 http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Diverse/Come_assistere/S-Messa_allegoria_1_picc.jpg
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https://messatridentinanapoli.files.wordpress.com/2014/10/pio-xii-1.jpg?w=665
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Thessalonicénces, I, 4, 1-7 
 
Fratres: Rogámus vos, et obsecrámus in Dómino Iesu, ut, quemádmodum accepístis a nobis, quómodo opórteat vos ambuláre et placére Deo, sic et ambulétis, ut abundétis magis. Scitis enim quæ præcépta déderim vobis per Dóminum Iesum. Hæc est enim volúntas Dei, sanctificátio vestra: ut abstineátis vos a fornicatióne, ut sciat unusquísque vestrum vas suum possidére in sanctificatióne, et honóre; non in passióne desidérii, sicut et gentes, quæ ignórant Deum: et ne quis supergrediátur, neque circumvéniat, in negótio fratrem suum: quóniam vindex est Dóminus de his ómnibus, sicut prædíximus vobis, et testificáti sumus. Non enim vocávit nos Deus in immundítiam, sed in sanctificatiónem: in Christo Iesu Dómino nostro.
M. - Deo grátias.
 
 
Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato.  Dio non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione.
M. - Deo grátias.  

28 FEBBRAIO 2015 SECONDA GIORNATA DELLA MEMORIA PER I TROMBATI DAL MODERNISTA RATZINGER...

http://www.torinofree.it/images/immagini_articoli/dal_02_marzo_2013/papa_benedetto_XXVI.png

CRONISTORIA DI UN ENNESIMA PAGLIACCIATA MODERNISTA:

L'ANNUNCIO DELL'ABDICAZIONE DAL PAPATO, che mai ha avuto in quanto modernista condannato...
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"Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo sommo pontefice. Carissimi fratelli vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la santa chiesa alla cura del suo sommo pastore, nostro Signore Gesù Cristo e imploriamo la sua santa madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i padri cardinali nell'eleggere il nuovo sommo pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la santa chiesa di Dio"
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MENTRE VOLA IN VILLEGGIATURA LASCIA IN EREDITA' BERGOGLIONE.

MA IL MODERNISTA RATZINGER AVEVA NOSTALGIA DELL'ABITO BIANCO ALLORA A DECISO DI INVENTARSI IL PAPATO EMERITO INSOZZANDO ULTERIORMENTE, dato il modernismo imperante, IL PAPATO CATTOLICO.

venerdì 27 febbraio 2015

NELLA FALSA CHIESA CONCILIARE, SATANA IMPERAT

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Sta facendo discutere il videoclip musicale del rapper trentino Andrea Compless, per promuovere il disco «Un quarto di secolo», girato il 29 gennaio nella chiesa parrocchiale di Ravina, dove è stato allestito un vero e proprio set professionale, con tanto di comparse e con il cantante vestito da prete. 
Che il video, pubblicato online pochi giorni fa, potesse suscitare sentimenti contrastanti lo immaginavano gli stessi protagonisti. Nel profilo Facebook del gruppo musicale di Compless, Birrette Family, si leggeva: «In arrivo un nuovo video completamente fuori di testa! speriamo vada tutto bene, per un bigotto la blasfemia è sempre dietro l'angolo...».
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Questo esempio di Sacrilego uso della casa di Dio ispira pochi commenti dato l'evidenza del fatto che i fasulli consacrati conciliari sono in realtà ministri autenticamente satanici, solo una domanda ci viene spontaneo chiederci, IN QUALE SPROFONDO INFERNALE ANDRANNO A FINIRE I MODERNISTI CONCILIARI?

giovedì 26 febbraio 2015

“In attesa che il vostro padre che sta laggiù accolga anche voi nel suo regno, "laddove è pianto e stri­dor di denti", voglio che voi sappiate della nostra in­crollabile certezza che quei tesori CI SARANNO RESTITUITI”.

Il Concilio è l’apoteosi del “non serviam” di Lucifero: insurrezione sacrilega contro Dio, la sua Opera, il suo mistero d’amore. È la negazione sacrilega del regno sociale di Cristo Re.
Il Concilio è l’apoteosi del serpente che sibila ai nostri progenitori: “sarete come Dei”.
È l’instaurazione dell’umanesimo integrale.
Il Concilio è l’apoteosi del rinnegamento integrale del Dio crocifisso sul Golgota: “non vogliamo che egli regni su di noi”.
Il Concilio è l’apoteosi della rivoluzione francese: il culto sacrilego dell’uomo divenuto dio e maestro, e la dichiarazione sacrilega dei diritti dell’uomo.
Il Concilio è l’apoteosi della rivoluzione “in tiara e piviale”, l’apoteosi della vittoria apparente del mistero d’iniquità sul mistero d’amore. Questo Concilio è veramente l’apoteosi dell’apostasia totale. (Rev. Padre Maurice Avril)

«Si inaugura oggi la nuova forma della liturgia in tutte le parrocchie e chiese del mondo». Era il 7 marzo 1965 quando, in occasione dei 25 anni della morte di san Luigi Orione, Paolo VI presiedeva la prima Messa in italiano nella parrocchia di Ognissanti a Roma. Un «avvenimento», come lo definì Montini nell’omelia, che era la traduzione nel concreto della riforma liturgica scaturita dal Vaticano II con la CostituzioneSacrosanctum Concilium.
«Di fronte a quella celebrazione la gente si commosse perché vide un grande passo che la Chiesa compiva verso di loro», spiega monsignor Pierangelo Sequeri, preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. E aggiunge: «Si ebbe l’esatta percezione che la Chiesa, senza tradire la tradizione, metteva i credenti in contatto diretto con azioni e parole che sono un’anticipazione alla liturgia celeste».
A cinquanta anni da quello storico evento papa Francesco presiederà sabato 7 marzo la Messa nella stessa parrocchia, mentre domani si terrà un convegno di pastorale liturgica dal titolo “Uniti nel rendimento di grazie” nel teatro accanto alla chiesa di Ognissanti. «Parlare della riforma liturgica – afferma Sequeri – vuol dire guardare al traghettamento della Chiesa che Paolo VI ha guidato non senza fatiche e difficoltà. L’idea che lo ispirava era quella di un cristianesimo che, senza perdere uno iota della sua verità e della sua profondità, entrasse nell’ottica di potersi comunicare all’uomo contemporaneo. Un uomo che, quando pensa alla Chiesa, non può avere nella mente l’immagine di una struttura che, attraverso determinate spiegazioni, gli fa capire che dentro di essa c’è un mistero. No, l’uomo deve percepire fin da subito la bellezza del mistero che, poi, può cercare di approfondire»…. Fonte: Avvenire

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Si apprende dal giornalaccio (Avvenire) dei falsi Vescovi Cattolici modernisti che hanno occupato la Santa Sede abusivamente, la commemorazione della promulgazione del Novus Orror Missae da parte del pessimo ed eretico e quant'altro Montini. Anche noi ci uniamo alla commemorazione ma lo facciamo chiaramente in maniera contraria attraverso le parole di Monsignor Dominici Celada:

AGLI ASSASSINI DELLA LITURGIA

http://www.italiamagazineonline.it/images/concilio.jpg

Monsignor Dominici Celada

E da tempo che desidera­vo scrivervi, illustri as­sassini della nostra santa liturgia. Non già perch'io speri che le pie parole possono avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti ne­gli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinché tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce. Non illudetevi, signori! Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore.

II vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, è antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto più intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha già accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro li­vore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina di anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poi­ché questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l'autorità del Triregno.

Dopo quel famoso convegno di "liturgia pastorale", sul quale erano cadute, come una spada, le chiarissime parole di Papa Pio XII, voi lasciaste la mistica Assisi schiu­mando rabbia e veleno.

Ora, ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro "capolavoro": la nuova litur­gia. Che questa non sia opera di Dio è dimostrato, innanzittut­to, (prescindendo dalle implica­zioni dogmatiche) da un fatto molto semplice: è di una brut­tezza spaventosa!

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWw0ou2OsGw5XY6mX5RoaTQa0VtuoPNWOzbOqF97kNEkHygzqxWEW6HWig1ZAZZgD-i7gOzaJFcujhNWuhrZJHK9-XNDdeZDMBdpMONkqnZdBRVtIKGOrErr6trWvNXaUQbVt8iAa3oL0/s1600/Altar+Mejico+cristiada-No+esta+aqui.jpg

È il culto dell'ambiguità e dell'equivoco, non di rado il cul­to dell'indecenza. Basterebbe questo per capire che il vostro "capolavoro" non proviene da Dio, fonte di ogni bellezza, ma dall'antico sfregiatore delle opere di Dio.

domenica 22 febbraio 2015

DOMÍNICA PRIMA IN QUADRAGÉSIMA. Santa Messa "Non Una Cum"...


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22 FEBBRAIO 2015: CATTEDRA DI SAN PIETRO IN ANTIOCHIA

Festa della Cattedra di Antiochia.
Per la seconda volta la santa Chiesa festeggia la cattedra di Pietro; ma oggi, siamo invitati a venerare non più il suo Pontificato in Roma, ma il suo Episcopato ad Antiochia. La permanenza del Principe degli Apostoli in quest'ultima città fu per essa la più grande gloria che conobbe dalla sua fondazione; pertanto, questo periodo occupa un posto tanto rilevante nella vita di san Pietro da meritare d'essere celebrato dai cristiani.


Il Cristianesimo ad Antiochia.

Cornelio aveva ricevuto il battesimo a Cesarea dalle mani di Pietro, e l'ingresso di questo Romano nella Chiesa preannunciava il momento in cui il Cristianesimo doveva estendersi oltre la popolazione giudaica. Alcuni discepoli, i cui nomi non ci furono tramandati da Luca, fecero un tentativo di predicazione in Antiochia, ed il successo che ne riportarono indusse gli Apostoli ad inviarvi Barnaba. Giunto questi colà, non tardò ad associarsi un altro giudeo convertito da pochi anni e conosciuto ancora col nome di Saulo, che, più tardi, cambierà il suo nome con quello di Paolo e diventerà oltremodo glorioso in tutta la Chiesa. La parola di questi due uomini apostolici suscitò nuovi proseliti in seno alla gentilità, ed era facile prevedere che ben presto il centro della religione di Cristo non sarebbe stato più Gerusalemme, ma Antiochia. Così il Vangelo passava ai gentili e abbandonava l'ingrata città che non aveva conosciuto il tempo della sua visita (Lc 19,44).

San Pietro ad Antiochia.

La voce dell'intera tradizione c'informa che Pietro trasferì la sua residenza in questa terza città dell'Impero romano, quando la fede di Cristo cominciò ad avere quel magnifico sviluppo che abbiamo qui sopra ricordato. Tale mutamento di luogo e lo spostamento della Cattedra primaziale stanno a dimostrare che la Chiesa s'avanzava nei suoi destini e lasciava l'augusta cinta di Sion, per avviarsi verso l'intera umanità.

Sappiamo dal Papa sant'Innocenzo I ch'ebbe luogo in Antiochia una riunione degli Apostoli. Ormai il vento dello Spirito Santo spingeva verso la gentilità le sue nubi sotto il cui emblema Isaia raffigura gli Apostoli (Is 60,8). Sant'Innocenzo, alla cui testimonianza si unisce quella di Vigilio, vescovo di Tarso, osserva che si deve riferire al tempo di questa riunione di san Pietro e degli Apostoli ad Antiochia, quanto san Luca scrive negli atti, là dove afferma che alle numerose conversioni di gentili, si incominciò a chiamare i discepoli di Cristo con l'appellativo di Cristiani.

Le tre Cattedre di san Pietro.

Dunque Antiochia è diventata la sede di Pietro, nella quale egli risiede, e dalla quale partirà per evangelizzare le diverse province dell'Asia; qui farà ritorno per ultimare la fondazione di questa nobile Chiesa. Sembrava che Alessandria, la seconda città dell'impero, volesse rivendicare a sé l'onore della sede del primato, quando piegò la testa sotto il giogo di Cristo. Ma ormai Roma, da tempo predestinata dalla divina Provvidenza a dominare il mondo, ne avrà maggior diritto. Pietro allora si metterà in cammino, portando nella sua persona i destini della Chiesa; si fermerà a Roma, ove morirà e lascerà la sua successione. Nell'ora segnata, si distaccherà da Antiochia e stabilirà vescovo Evodio, suo discepolo. Questi, quale successore di Pietro, sarà Vescovo di Antiochia; ma la sua Chiesa non eredita il primato che Pietro porta con sé. Il principe degli Apostoli designa Marco, suo discepolo, a prender in suo nome possesso di Alessandria; la quale sarà la seconda Chiesa dell'universo e precederà la stessa sede di Antiochia, per volontà di Pietro, che però non ne occupò mai personalmente la sede. Egli è diretto a Roma: ivi finalmente, fisserà la Cattedra sulla quale vivrà, insegnerà e governerà nei suoi successori.

Questa l'origine delle tre grandi Cattedre Patriarcali così venerate anticamente: la prima, Roma, investita della pienezza dei diritti del principe degli Apostoli, che gliele trasmise morendo; la seconda, Alessandria, che deve la sua preminenza alla distinzione di cui volle insignirla Pietro adottandola per sua seconda sede; la terza, Antiochia, sulla quale si assise di persona, allorché, rinunciando a Gerusalemme, volle portare alla Gentilità le grazie dell'adozione.

Se dunque Antiochia cede in superiorità ad Alessandria, quest'ultima le è inferiore rispetto all'onore d'aver posseduta la persona di colui che Cristo aveva investito dell'ufficio di Pastore supremo. È dunque giusto che la Chiesa onori Antiochia per aver avuto la gloria d'essere temporaneamente il centro della cristianità: è questo il significato della festa che oggi celebriamo [1].

Doveri verso la Cattedra di san Pietro.

Le solennità che si riferiscono a san Pietro devono interessare in modo speciale i figli della Chiesa. La festa del padre è sempre quella dell'intera famiglia, perché da lui viene la vita e l'essere. Se v'è un solo gregge, è perché esiste un solo Pastore. Onoriamo perciò la divina prerogativa di Pietro, alla quale il Cristianesimo deve la sua conservazione; riconosciamo gli obblighi che abbiamo verso la Sede Apostolica. Il giorno che celebravamo la Cattedra Romana, apprendemmo come viene insegnata, conservata e propagata la Fede dalla Chiesa Madre nella quale risiedono le promesse fatte a Pietro. Onoriamo oggi la Sede Apostolica, quale unica sorgente del legittimo potere, mediante il quale vengono retti e governati i popoli in ordine alla salvezza eterna.

Poteri di Pietro.

Il Salvatore disse a Pietro: "Io ti darò le Chiavi del Regno dei cieli" (Mt 16,19), cioè della Chiesa; ed ancora: "Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle" (Gv 21,15-17). Pietro dunque è principe, perché le Chiavi, nella Sacra Scrittura, significano il principato; e Pastore, Pastore universale, perché non vi sono in seno al gregge che pecore ed agnelli. Ma ecco che, per divina bontà, in ogni parte incontriamo Pastori: i Vescovi, "posti dallo Spirito Santo a reggere la Chiesa di Dio" (At 20,28), che in suo nome governano le cristianità, e sono anch'essi Pastori. Come mai le Chiavi, che sono eredità di Pietro, si trovano in altre mani, che non sono le sue? La Chiesa cattolica ce ne spiega il mistero nei documenti della sua Tradizione.

giovedì 19 febbraio 2015

CARRELLATA DELL’ORRORE DEI FALSI “VESCOVI” APOSTATICI CONCILIARI…

[18]Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l'ultima ora. [19]Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri. [20]Ora voi avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza. [21]Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. [22]Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. [23]Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre. ( 1° Lettera di San Giovanni).

Lettera al Vescovo di Troyes di Papa Pio VII (1814): “Il nostro cuore è ancor più profondamente afflitto da una nuova causa di dolore che, lo ammettiamo, ci tormenta e fa sorgere profondo scoramento ed estrema angoscia: è l’articolo 22 della Costituzione. Non soltanto esso permette la libertà dei culti e di coscienza, per citare i termini precisi dell’articolo, ma promette sostegno e protezione a questa libertà e, inoltre, anche ai ministri dei quali i culti sono citati....

“Questa legge fa ben più che stabilire la libertà per tutti i culti senza distinzione: mescola la verità con l’errore e pone le sette eretiche e perfino il Giudaismo sullo stesso piano della santa ed immacolata Sposa di Cristo, fuori della quale non ci può essere salvezza. In aggiunta a questo, nel promettere favore e supporto alle sette eretiche ed ai loro ministri non sono semplicemente le loro persone, ma i loro errori che vengono favoriti e tollerati. Questa è implicitamente l’eresia disastrosa e sempre da deplorarsi che S. Agostino descrive in questi termini: ‘Pretende che tutti gli eretici siano sul retto cammino e dicano la verità. Questa è un’assurdità così mostruosa che non posso credere che qualsiasi setta possa realmente professarla.’”

Subito sotto si può ammirare l’apostasia dei fasulli “Vescovi della satanica Chiesa Conciliare” Cileni che partecipano ad un rito satanico in onore del “dio Tata Inti, dio del Sole Inca”…

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martedì 17 febbraio 2015

FERIA QUARTA CINERUM: “Perciò, anima mia, essendo tanto grande l’odio che il Signore porta al peccato, se ami Dio sopra ogni cosa, devi anche sopra ogni cosa odiare il peccato”.

SANTA MESSA DELLE CENERI "NON UNA CUM"...
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LEVAZIONI D’ANIMA: “Se non provi dispiacere per i peccati tuoi e degli altri, non ami Dio” – di San Roberto Bellarmino
Il fuoco è un elemento tanto puro e nobile, che Dio stesso volle appellarsi fuoco, come disse Mosè: «Il nostro Dio è un fuoco consumatore» (Deut. 4, 24). E la prima volta che apparve a Mosè, si fece vedere in un roveto che ardeva e non si consumava. «Apparve il Signore – scrive Mosè – nella fiamma del fuoco in mezzo al roveto: e vedevo che il roveto ardeva senza consumarsi» (Ex. 3, 2). E quando Dio volle dar la legge al suo popolo, venne in forma di fuoco, come racconta lo stesso Mosè: «Tutto il monte Sinai fumava perché il Signore era apparso sopra di esso nel fuoco» (Ex. 19, 18).
Parimenti quando si trattò di promulgar la legge nuova, lo Spirito Santo apparve agli apostoli in lingue di fuoco. Finalmente, gli Spiriti celesti che stanno più vicini al Signore sono chiamati Serafini, cioè ardenti od infuocati, perché partecipano più da vicino dell’ardentissimo fuoco che è Dio.
Stando così le cose, non sarà difficile a noi, dallo studio della natura e dalle proprietà del fuoco, formarci un gradino per ascendere colla meditazione e la contemplazione sino a Dio.
Ci sarà senza dubbio più facile salire a Lui sul cocchio ardente di Elia, che spiccare il volo dallo studio della terra, dell’acqua e dell’aria.
Accingiamoci dunque a considerare le proprietà del fuoco.
Il fuoco è di tale natura da operare in modo diverso e anche contrario sui vari oggetti. Divora immediatamente la legna, il fieno, le stoppie; rende più puri e più belli l’oro, l’argento, le pietre preziose.
Il ferro poi, per sua natura nero, freddo, duro e pesante, lo trasforma in guisa da renderlo in breve tempo lucido, pieghevole, leggero; lo fa risplendente come le stelle, bruciante come il fuoco, liquido come l’acqua e docile tanto che il fabbro ferraio può dargli la forma che più gli piace. Tutte queste cose servono benissimo a sollevar il nostro pensiero a Dio. In primo luogo, la legna, il fieno, le stoppie, secondo l’Apostolo, sono figura delle opere cattive che non possono resistere al fuoco del divino giudizio (I Cor. 3, 12). È incredibile quanto i peccati dispiacciano a Dio che è fuoco purissimo, e con quanto zelo Egli li consumi e distrugga, se il peccatore sia in stato di pentirsene. Il pentimento cancella tutti i peccati.
Che se il peccatore non è in stato di pentirsi, come sono i demoni ed i dannati; l’ira di Dio si rivolge contro di loro che dice il Savio: «Sono in odio a Dio l’empio e la sua empietà» (Sap. 14, 9). Quanto poi sia grande e veemente quest’odio, lo dimostra il diavolo il quale dopo il peccato, benché fosse Angelo nobilissimo anzi, come pensa S. Gregorio, Principe del primo ordine degli Angeli, e la più nobile creatura di Dio, fu immediatamente cacciato dal cielo, spogliato di ogni bellezza di grazia soprannaturale, cangiato in creatura mostruosa e condannato alla pena eterna.
Lo dimostrò Gesù Cristo il quale discese dal cielo per distruggere l’opera del diavolo, cioè i peccati, e perciò è detto l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.

Ma chi può immaginare quanto Cristo abbia patito per distruggere l’opera del diavolo e dar piena soddisfazione alla giustizia di Dio? «Essendo nella forma di Dio (cioè vera ed espressa immagine del Padre, Dio come il Padre e lo Spirito Santo) non credette che fosse una rapina quel suo essere eguale a Dio; ma annichilò se stesso, presa la forma di servo» (Phil. 2, 7) ed «essendo ricco, si fece povero per noi» (II Cor. 8, 9); non ebbe dove posare il capo, Egli che creò il cielo e la terra; «venne nella sua casa ed i suoi non lo ricevettero» (Jo. 1, 11); «maledetto non malediceva, strapazzata non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di chi ingiustamente lo giudicava; portò egli stesso nel proprio corpo sopra del legno (della croce) i nostri peccati» (I Petr. 2, 23-24); «umiliò se stesso fatto obbediente sino alla morte e morte di croce» (Phil. 2, 8) e «colle sue piaghe ci ha sanati» (I Petr. 2, 24). Beffeggiato, sputacchiato, flagellato, coronato di spine, inchiodato sulla croce con massimo disonore e dolori acerbissimi, diede fino all’ultima goccia il sangue e con esso la vita.
E tutto ciò per disfare l’opera del diavolo e per cancellare i nostri peccati.
Quanto il peccato spiaccia a Di, ce lo dice anche la sua legge che proibisce e punisce ogni trasgressione e non lascia senza castigo nemmeno una parola oziosa. E se non può sopportar una parola oziosa, quanto non odierà i delitti e le scelleratezze? La legge di Dio immacolata e il comando del Signore senza ombre sono avversi alle macchie ed alle tenebre e non ci può esser relazione della luce colle tenebre e della giustizia con l’iniquità.
La gravezza del peccato si può anche arguire dall’inferno che Dio tien preparato agli empi ed ai peccatori che, pur avendo avuto la possibilità di lavarsi nel sangue dell’Agnello, o non lo vollero fare o trascurarono di farlo. Ed è giusto che durando in essi eternamente il peccato,anche il supplizio sia eterno. Quanto sia orrenda la pena dell’inferno, è una pena pensarlo. Ne riparleremo trattando dell’ultimo gradino.
Riflessioni e conseguenze.
Perciò, anima mia, essendo tanto grande l’odio che il Signore porta al peccato, se ami Dio sopra ogni cosa, devi anche sopra ogni cosa odiare il peccato. Bada di non lasciarti sedurre da coloro che diminuiscono la bruttezza del peccato e lo scusano; bada di non ingannare te stesso con false ragioni. Se non provi dispiacere per i peccati tuoi e degli altri, non ami Dio; e se non ami Dio sei perduta. Ma se ami Cristo, e non vuoi essergli ingrata, come ti devi sentir debitrice al suo amore! Se Egli ti ha lavata dal peccato e riconciliata con Dio, ti sarà grave da qui innanzi patir qualche cosa per Lui e per suo amore e colla sua grazia, resistere al peccato sino allo spargimento del sangue?
Se non potresti soffrir con pazienza il fuoco dell’inferno, non devi nemmeno poter soffrire il peccato; dovresti fuggire da esso, anzi da ogni sua apparenza, come dalla faccia del serpente. Tienti dunque ferma nel proposito di unire il massimo odio al peccato col massimo grado di amor di Dio.
Fonte: “Elevazione della mente a Dio” di San Roberto Bellarmino – trad. di Mons. L. de Marchi – Ist. Miss. Pia Soc. S. Paolo, pagg. 104-108 – 1940 Roma

domenica 15 febbraio 2015

IL SATANICO CONCILIO VATICANO II COMPLOTTATO DAI NEMICI DI NOSTRO SIGNORE…

Proponiamo questi due stralci dal libro “Lo hanno detronizzato” di Monsignor Lefebvre dove si legge che l’ultimo Conciliabolo è stato pensato e attuato da coloro che di cristiani cattolici non ne hanno nemmeno l’ombra, quindi di fatto non avevano nessuna autorità di indire un Concilio della Chiesa Cattolica in quanto questi signori non ne facevano parte in quanto eretici impenitenti. Il Conciliabolo è nato da un satanico complotto da parte dei modernisti che per 50 anni erano stati fermati dall’operato di San Pio X ma alla morte di Pio XII coloro che erano rimasti nell’ombra nel seno della Chiesa hanno preso il comando di tutte le posizioni eminenti della Santa Chiesa Cattolica compreso il Papato eleggendosi, con la loro pestifera combriccola modernista, 6 falsi Pontefici della nuova Chiesa Conciliare che gli permettesse di mettere in opera le riforme eretiche del loro falso Conciliabolo Vaticano II…

Monsignor Lefebvre dal libro: “Lo hanno detronizzato.

Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare.”

Parte Terza - Il complotto liberale di Satana contro la Chiesa e il Papato

Capitolo XXIII - Il sovvertimento della Chiesa operato da un Concilio

I dettagli dell’impresa di sovvertimento della Chiesa e del Papato progettata dalla setta massonica sono stati compresi più di un secolo fa da un grande illuminato, il canonico Roca. Monsignor Rudolf Graber cita nel suo libro Athanase le opere di questo Roca (1830-1893), sacerdote nel 1858, canonico onorario nel 1869. In seguito scomunicato, predicò la rivoluzione, annunciò l’avvento della sinarchia. Nei suoi scritti parla spesso di una «Chiesa novellamente illuminata», che verrebbe, annuncia, influenzata dal socialismo di Gesù e dei suoi Apostoli. «La nuova Chiesa, predice, che probabilmente non potrà conservare più nulla dell’insegnamento e della forma primitiva dell’antica Chiesa, riceverà tuttavia la benedizione e la giurisdizione canonica di Roma». Roca annuncia anche la riforma liturgica: «Il culto divino, cioè la liturgia, il cerimoniale, il rituale, quali sono stati regolati dalle prescrizioni della Chiesa romana, subiranno una trasformazione in seguito ad un concilio ecumenico […], che renderà loro la semplicità esemplare dell’età d’oro apostolica, in armonia con la nuova condizione della coscienza e della civiltà moderna».

Roca precisa i frutti di questo concilio: «Ne verrà fuori una cosa che lascerà il mondo stupefatto, e che getterà il mondo in ginocchio dinanzi al suo Redentore. Questa cosa sarà la civiltà moderna e l’idealità del Cristo e del suo Vangelo. Sarà la consacrazione del Nuovo Ordine Sociale e il battesimo solenne della civiltà moderna».

In altre parole, tutti i valori della sedicente cultura liberale saranno riconosciuti e canonizzati in seguito al concilio in questione.

Poi ecco che Roca scrive sul papa: «Un sacrificio si prepara, che offrirà una penitenza solenne […]. Il papato cadrà, morrà sotto il sacro coltello che i Padri dell’ultimo concilio forgeranno. Il Cesare pontificale sarà l’ostia consumata per il sacrificio». Bisogna riconoscere che tutto ciò è in procinto di accadere, come dice Roca, a meno che Nostro Signore non lo impedisca! Infine Roca designa col nome di «progressisti» i nuovi preti che compariranno; parla della soppressione dell’abito talare, del matrimonio dei preti … altrettante profezie!

Vedete come Roca ha ben individuato il ruolo determinante di un ultimo concilio ecumenico nel sovvertimento della Chiesa!

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Ma non sono solo i nemici della Chiesa a puntare il dito sugli sconvolgimenti che provocherebbe un concilio ecumenico riunito in un’epoca in cui le idee liberali hanno già ben penetrato la Chiesa.

Quinquagesima - Santa Messa "Non Una Cum"...

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venerdì 13 febbraio 2015

IMBROGLIOGORJE…

Fonte: Medjugorje… 33 anni dopo (V e ultima parte)

Abbiamo visto, come nelle parti precedenti, la “Madonna” di Medjugorje tenga al rispetto ecumenico di tutti i fedeli delle altri religioni; ortodossi e islamici che siano, come se non ci fossero differenze di fedi. A conferma di ciò,  in una apparizione, redarguì un sacerdote che aveva manifestato perplessità a riguardo: “…di a quel prete” disse a Marjia, “che gli islamici e gli ortodossi,  al pari dei cattolici sono uguali davanti a mio figlio e davanti a me, perché voi tutti siete miei figli.”
Se gli ortodossi che non riconoscono l’infallibilità del Papa, ne l’Immacolata Concezione e nemmeno la Sua gloriosa Assunzione, e se gli islamici deridono la SS. Trinità e negano l’incarnazione  redentrice di Cristo, verrebbe da chiedersi: ” Se siamo uguali a loro come credenti, ha ancora senso essere cattolici?” Sarebbe come dire che tutte le religioni sono uguali; vere e false nello stesso tempo, e che quindi, di fatto, non esisterebbe nessuna vera religione. Se ne dedurrebbe a ragione di ciò, che la Chiesa non sarebbe più; Una, Santa, Cattolica e Apostolica ne ci sarebbe più la Madre del Figlio di Dio.
Ma allora perché la Madonna aFatima ha chiesto preghiere e sacrifici per coloro che sono lontani dalla Chiesa, per la conversione dei poveri peccatori, per quelli che non credono, non adorano, non sperano ed non amano? Al contrario a Medjugorje, perché  non e’ mai stata chiesta la riparazione per ottenere la conversione dei peccatori, degli scismatici, dei musulmani, dei pagani e degli atei? Ha poi continuato  e confermato, dicendo questa volta a Mirijana: “Voi non credete se non rispettate le altre religioni, musulmana e ortodossa. Voi non siete cristiani se non le rispettate.” In definitiva agli occhi di questa apparizione non esistono differenze di religioni e  false dottrine. Ci sarebbe da chiedersi, ma i Santi martiri che hanno dato la vita per la difesa della Fede, per cosa lo hanno fatto? I nostri missionari cattolici, che per comando di Gesù hanno portato e portano tutt’ora la sua parola fino ai confini del mondo, a che cosa servono? Forse perché si vuole tentare di unire tutti i popoli di qualsiasi credo e religione sotto un’unica Chiesa che dovrà venire, con la complicità della “Madonna” di Medjugorje?

Fra le tante differenze con altre apparizioni, si nota l’assenza di una indefinibile e meravigliosa intimità con la Visione. Al contrario, invece e in netto contrasto, è evidente una scomposta famigliarità. A Mirjana Dragigevic fu chiesto una volta, se prevedeva altre apparizioni. Rispose: “Ci arrangiamo a metterci d’accordo insieme. Oggi mi metto d’accordo con lei per sapere quando potrà apparire domani”. Incredibile! La “Madonna” che si accorda per quando dovrà apparire. Cosa c’è di soprannaturale in tutto ciò!? A quella massa di pellegrini che continuamente vanno e vengono, senza sapere con che cosa hanno a che fare, qualcuno glielo dovrebbe pure far sapere come è nata e montata questa strana storia di apparizioni fasulle, alimentata dalla setta dei carismatici.

MEDJUGORJE ERA PREVISTA!

L’ abbe’ Renè Laurentin era a conoscenza delle apparizioni prima che avvenissero.  Molti dei carismatici francescani erano stati avvisati. Il prete tedesco Heribert Muhlen, professore all’università di Paderbon, responsabile del movimento carismatico in Germania disse durante una conferenza a Zagabria: “Dio prepara nel vostro paese grandi cose che avranno profonde ripercussioni sul destino Dell’Europa intera.”

Anche in Italia, un sedicente prete stigmatizzato (?), molti anni prima delle “apparizioni”, annunciò ai fedeli nei pressi di Medjugorje, che: “La Santa Vergine visiterà ben presto la vostra patria”. Poi, ci fu, p. Tardif, autentico maitre à penser  del Movimento carismatico che nel maggio 1981 disse a p.Tomislav Vlasic: “Non temete! Io vi manderò mia Madre.” Certo che c’è stato un bel da fare affinché si preparassero le condizioni ideali adatte per far apparire la “Madonna”. Una “Madonna” che annerisce quando, per altro su sua esplicita volontà, si fa toccare; oppure quando i “veggenti” in estasi ridono pazzamente; o quando bacia il ritratto di papa Giovanni Paolo II; e quello della recita del Pater e del Credo da parte della “Madonna” insieme ai veggenti; e quella poi, dove in alcune apparizioni lei stessa dice:” Lodato siano Gesù e Maria”. Una giaculatoria molto usata in Croazia, ma detto dalla Madonna ci fa rimanere al quanto sorpresi.

Questo sono alcune delle tante stranezze a cui nessuno è mai stato in grado di dare una spiegazione. Senza considerare l’atteggiamento dei veggenti per niente distaccato dal conformismo della vita del mondo e delle mode. In netto contrasto con le anime di tutt’altri autentici veggenti, le quali erano tutte tese verso una perfezione che escludeva altre distrazioni.