Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

venerdì 10 marzo 2017

«Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo»...



Sono sempre più quelli che vorrebbero rinviare Bergoglio ai suoi pascoli. Aspirazione giusta e saggia, ma impossibile nel pesante quadro degli inganni e tabù in corso.
Per superarli ai dovrebbe affrontare una cupa realtà che si può esprimere nella questione:
Il cattolico di questi tempi é ancora capace di capire il significato della virtuale presenza dell’Autorità di Dio per il bene e l’ordine in terra? Se lo fosse, sarebbe pure sgomento della Sua radicale lunga assenza precedente all’attuale «papa conciliare»! Sarebbe allora, capace di vedere, con gli occhi della fede, il vuoto spaventoso riguardante il Soglio di San Pietro, causa del sommo inganno del nostro tempo e d’ogni altro perfido inganno.
Parliamo della Sede della Verità occupata dal 1958 da chierici che, alieni alla Fede cattolica, inoltrano la fede conciliare ecumenista, a fatale danno dell’unica Chiesa della Fede in Gesù Cristo Re.
Eppure non mancarono gli avvisi maternali sulla perdita della fede a partire dal vertice della Sede romana Il 19 settembre 1846 a La Salette la Madonna profetizzò: «Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo». Nel 1917, la Madre di Dio a Fatima segnalò che tale crollo fatale sarebbe più chiaro nel 1960.

La situazione attuale conferma quanto avvisato pure a Fatima da Maria, Regina dei Profeti, con la visione simbolica del massacro del Papa cattolico con tutto il suo seguito. La visione sarebbe più chiara da quando nella Sede di Roma subentrò il modernista Roncalli, Giovanni 23. Ciò fu possibile col voto in un conclave che ora il cattolico può e deve considerare nullo, in vista del falso e del male introdotto da G23 nella Chiesa. Costui riuscì ad ingannare i cardinali elettori sulle sue intenzioni col suo giuramento di fedeltà pontificale. Ma non ingannano le sue opere di segno modernista e massonico: “Li conoscerete dalle loro opere”, è il giudizio insegnato da Gesù.

Quindi, l’inizio del grande l’inganno sulla libertà di coscienza voluta dalle logge e dai poteri illuministi come diritto umano da inoculare nella Chiesa, è da rintracciare nel conclave del 1958. In quel momento il Signore, vero Capo della Chiesa, permise che il Suo potere di Pastore fosse colpito conforme la profezia ripresa da Zaccaria 13,7: «Insorgi, spada, contro il Mio pastore, contro Colui da sempre a me unito. Oracolo del Signore degli eserciti. Percuoti il Pastore e sia disperso il gregge, allora volgerò la mano anche contro i suoi piccoli». (8-9)
Era profetizzato, a causa dei peccati degli uomini, dentro e fuori della Chiesa. Che non si pensi mai, però, che Dio avesse dato direttamente il potere a chi intendeva aprire la Sede santa ai nemici della Fede. Se è Dio stesso che invoca la spada per colpire il Pastore, Gesù Cristo, Dio stesso, significa che è per sottrarSi al gregge per un tempo; così tutti potranno vagliare la tragedia che segue l’assenza della Sua Voce.
Sull’aspetto contingente della vacanza, derivata dalla natura umana del Papa, non ci sono dubbi: è inevitabile. Perciò quando un vero Papa muore, i cattolici sanno che la Santa Sede è vacante e che per vederla presto assegnata a un degno rappresentante del Signore, la Chiesa tutta deve seguire le norme di prudenza previste e da sempre disposte per impedire il male più buio possibile dell’elezione di un finto cattolico.

Ciò significherebbe l’occupazione della Santa Sede da parte di poteri che da sempre mirarono ad aggiornarla con l’elezione di un «papa» secondo i loro piani, per spalancarne le porte alle libertà del mondo. È quanto  iniziato allora e visto oggi. Quindi, G23, l’eletto di quel conclave, è frutto e causa del più infido inganno clericale arrivato poi al colmo di ergere una chiesa che lo canonizza per i suoi meriti e per l’esempio ecumenista lasciato ai successori, oggi in piena furia con Bergoglio.
Si può ancora dubitare che siano capitati imbrogli ben coperti per l’elezione al Soglio petrino di veri Quisling, dal Ventitré a Bergoglio? Il termine «Quisling» riguarda dei collaborazionisti che servono a un potere straniero. Se applicato a Giovanni 23 e a Paolo 6 e successori è adeguato perché si può dire, senza paura di sbagliare, che ingannarono col loro modernismo, che è l’ideologia a servizio dello sdoganamento d’ogni idea spuria e contraria alla dottrina cattolica; «Noi lo definiamo la sintesi di tutte le eresie», lo afferma San Pio X nella sua «Pascendi»:
Allora è bene parlare di tali conclavi, dato che gli imbrogli fino adesso covarono degli anticristi di 2º rango, a servizio dell’Anticristo finale. Perciò, era ed è sentimento del tutto cattolico diffidare del esito di un conclave, pur d’apparenza canonica, così come inquietarsi durante questa tenebrosa vacanza papale nell’apatia di fronte a sei conclavi elettori di siffatti anticristi. Intanto, le anime si perdono e viene disonorata la S. Chiesa.

Si tratta dell’ora più buia, non solo per la Fede, ma per il mondo che prima godeva di un giudice morale che rappresenta l’Autorità divina, istituito da Gesù per l’ordine in terra. Ora rimane una sede a servizio dell’errore e dell’inganno. Era perciò giusto sentimento cattolico, inorridire di fronte alla presenza di un falso vicario di Dio a Roma. E il primo sentimento era fare di tutto per riavere – da allora – la Chiesa governata da un autentico Vicario di Cristo fedele alla piena continuità cattolica. Tali termini definiscono il vero Conclave cattolico. Il Primato di Pietro, la carica del Papa, non esiste né sussiste per servire idee o teologie secondo visioni della vita aggiornata al modernismo e al mondo. Si è persa la memoria in questi tempi di questo immane pericolo, come se ci potesse essere una rottura «canonica»da rispettare? Sì perché il Papa è autentico nella misura in cui è consapevole del fine della carica di confermare la Fede; rappresenta la continuità, di papa in papa, per risalire sicuramente alla Voce stessa del Signore.
A questo punto, poiché la carica papale è definita dalla missione di confermare la Fede e perciò condannare quanto le è contrario, come il modernismo, una volta provato dalle opere, cioè dall’erezione della nuova chiesa conciliare modernista, che G23, Paolo 6 e successori, operarono da modernisti, essi si rivelarono da loro stessi alieni alla missione papale di confermare nella fede; non erano né potevano essere veri candidati al Papato avendo tacitamente rinunciato a essere membri della Chiesa cattolica dei 260 Papi e 20 Concili ecumenici nella continuità in Cristo. La loro opera di rottura prova, non solo la grave illegittimità della loro elezione, ma anche la tremenda colpa del loro spergiuro. Basta leggere il giuramento antimodernista e quello pontificale.

Fin qui si tratta dell’inganno che spetta ai cattolici distinguere e a un futuro Papa cattolico giudicare, pur se quello precedente, Pio XII, ignorando che costoro portavano fermenti demolitori della Fede, promosse entrambi ad alte cariche secondo la routine clericale. Gli uomini possono ignorare quanto solo Dio vede nel cuore di preti carrieristi. ma quel che Dio certamente vuole e la Chiesa ha sempre cercato, è la massima cura non solo nella scelta dei chierici – da cui molto dipende la salvezza delle anime – ma delle loro promozioni a cariche d’autorità. Tale difesa è soprattutto nel conclave cattolico, che ha questo nome proprio perché d’ostacolo alle violazioni sacrileghe contro la Fede.
I Conclavi non hanno una valenza assoluta. La Bolla «Cum ex apostolatus» di Papa Paolo IV è la più chiara spiegazione di quanto appartiene anche alla ragione comune: se un uomo riesce a ingannare tutti e a essere eletto papa senza professare la fede integra e pura della Chiesa, l’elezione è nulla, pur se confermata dall’unanimità dei cardinali, dall’elevazione di quest’eletto e del tempo in cui esso è riconosciuto papa da tutti i fedeli; più ancora se è applaudito e apre la Chiesa a tutto un mondo di suoi nemici.
Non avendo la fede, costui non può essere accetto da Dio, che tollera l’inganno umano, ma, per quanto concerne la custodia della Fede, mai l’incuranza della sua integrità.
Il conclave può godere dell’assistenza dello Spirito Santo, ma se in esso si presenta un lestofante per essere eletto papa, la Sua assistenza va piuttosto ai figli della Chiesa, affinché capiscano, prima o poi, la nullità di una elezione che porta alla distruzione della Chiesa. Si può negare che tale demolizione rovinosa che ci sovrasta dalla morte di Pio XII deve necessariamente avere una causa principale, da vedere nella più alta sede d’autorità? No. Allora ecco il ritardo che viviamo nel capire e reagire, testimoniando la falla, di modo che si vada finalmente verso l’elezione di un papa cattolico.

La testimonianza cattolica si rivolge a quest’alta Sede per affrontare i poteri del mondo, se non ha risposte di fede è perché si trova vuota e proprio li abusano del nome della Chiesa per far ingoiare ai fedeli l’opera d’inversione dei falsi cristi e dei falsi profeti previsti dal Signore. Essi, sempre di nuovo, in duemila anni di storia, propinano eresie, sacrilegi, conclavi illegittimi, falsi concili, e perfino sinodi per una nuova Pentecoste! Ciò non potrebbe mai venire dalla Sede istituita per difendere la Fede. Immaginare il contrario, cioè che si possa cercare il guaio altrove, perché la scelta di un conclave è infallibile, è l’empia aberrazione conclavista. Da non confondere con l’aberrazione di voler eleggere un papa alla carlona. Qui, almeno il principio del bisogno del vero Papa è salvo: la sua elezione è necessaria e urgente da quasi sessant’anni, e abusus non tollit usum!
Le scelte dei conclavi non hanno valore assoluto; possono versare su un uomo alieno a quella carica, malgrado le apparenze. A causa di tale «assoluto conclavista», piuttosto superstizione, poiché vede l’assoluto dove può essere infiltrata malizia umana, è bene tornare alla storia dei recenti conclavi, nulli, ma ritenuti dalla maggioranza, canonici.
Se essi hanno propinato i «papi» dell’avvenuta demolizione della Chiesa. Il vero papa, poiché riceve direttamente da Dio il potere delle Chiavi, è il sommo responsabile della difesa della Fede. Il fatto è che se si scusa la parte umana della mancanza e anche inversione di tale difesa, si accusa una sua approvazione da parte divina. Non sia mai!

Fino a Pio XII si era ben coscienti dei poteri occulti mobilitatisi per mutare la Chiesa e del bisogno per i cattolici di vigilare fermamente nella difesa della Fede. È un fatto, per quanto concerne il conclave in cui fu eletto Roncalli, che prese il nome dell’antipapa Giovanni XXIII, che le idee di questo candidato erano sconosciute perché mai espresse in scritti importanti. Piuttosto era noto per le sue trovate furbesche, dietro un’apparenza ipocrita e bonaria; «di geniale semplicità» secondo l’amico modernista Jean Guitton. Ma quanto descritto di pericoloso su tale prete non interessò allora abbastanza né al cardinale Ottaviani che, essendo a capo del Sant’Uffizio aveva a disposizione tutti i dossier informativi. Secondo un parere generale, confermato dal suo biografo, il giornalista Emilio Cavaterra, i cardinali Ottaviani e Tardini erano sicuri di poter pillottare l’operato dell’anziano e suppostamene docile Roncalli. Ritenevano più importante allora fare un accordo, caso Roncalli fosse eletto, per la conferma di Tardini come Segretario di Stato, che approfondire la fedeltà cattolica del candidato. Una tale leggerezza riguardo all’elezione del successore di Pio XII, in stridente contrasto con le affrante preoccupazioni, che avrebbe previsto in letto di morte: “dopo di me il diluvio” si è rivelata fatale. Per Pio XII, Siri era il più presentabile tra i papabili, ma fu subito scartato perché ritenuto troppo giovane e lontano dalle intenzioni riformatrici di allora.
Se la rovina iniziò con Giovanni 23, com’è storicamente accertato, come non risalire all’errore della sua scelta, tenendo presente che scusare l’errore umano implica lasciar attribuire perfidamente il fallimento a una presunta «distrazione divina»? Non è forse un fatto che la vigilanza e la difesa cattolica, ragione al disopra di tanti altre assilli clericali, furono rovesciate allora con l’apertura della Chiesa ai vecchi errori e all’emblematica chiusura ai cosiddetti profeti di sventura (Fatima e i fedeli alla Tradizione)? Possono le due cose, ossia la presenza in Vaticano di modernisti innovatori della Chiesa e la sua successiva demolizione, non essere in un rapporto di causa ed effetto?
Ogni logica richiede, quindi, che sia riconosciuto quando e quale atto abbia fornito la chiave perché un potere estraneo alla Fede iniziasse la sua opera di demolizione.

Qui va ricordata anche la testimonianza essenziale di monsignor Marcel Lefebvre:
«Non voglio risalire alle origini lontane del cambiamento e del mutamento della nostra religione perché bisognerebbe risalire al Rinascimento, alla Rivoluzione Francese, alla storia di tutto il liberalismo del secolo XIX e a tutte le condanne dei Papi contro di esso, in particolare i Papi Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII, San Pio X…. È stato pubblicato anni fa il libro di Ploncard d’Assac «La Chiesa occupata,» che riporta tutti i documenti che mostrano l’evoluzione avvenuta all’interno della Chiesa durante l’ultimo secolo. Io vorrei risalire solo al 1960, anzi al 1958: a quell’epoca è successo qualche cosa nella Chiesa? Che cosa? È impossibile conoscere i fatti a fondo: personalmente non li conosco; ma di questi cambiamenti ci siamo accorti dal 1958, dopo il conclave che ha eletto Giovanni XXIII.» (Mgr Lefebvre, «J’accuse le concile»).

Il mistero della scelta di un papabile legato ai poteri mondiali
La scelta dell’uomo con le condizioni per divenire Papa spetta alla Chiesa, rappresentata dai cardinali, ma la validità del suo potere dipende dalla sua fede cattolica che esclude deviazioni, eresie e negoziati coi suoi avversari. L’elezione del Papa cattolico è assistita dallo Spirito Santo poiché l’eletto in modo valido riceve immediatamente da Dio, non dalla Chiesa, il suo potere; ciò proprio per difendere la Chiesa dai suoi nemici. Allora, è chiaro che il peggior nemico è quell’interno che proclama: la Chiesa non ha nemici! Ecco Roncalli, i cui antecedenti si conoscono, svelando un’incompatibilità profonda con la funzione del magistero cattolico. Come chierico modernista può essere applaudito dal mondo e beatificato dal successore della sua opera di apertura, ma ciò solo conferma la continuità di tale opera, quindi, della totale estraneità alla Fede e alla carica di autorità che preserva la Chiesa dagli errori del mondo, ci cui il modernismo è la fogna massima.
Il cardinale Ottaviani conosceva il «dossier» di Roncalli, filo massone e modernista, ma pensò di poter rischiare e fu l’elettore di tal «concierge dell’anticristo». Non deve perciò ammirare come, al possesso di tanti segreti, occultò spesso ai suoi collaboratori la realtà. Avendo conosciuto alcuni di questi valenti sacerdoti, mi resi conto di come tale capo tagliava sistematicamente le loro iniziative affinché non lasciassero credere al sospetti su questo primo «papa conciliare». Perfino il «Terzo Segreto» di Fatima, che conosceva, lo mise in falsi termini, dirigendo altrove il povero don Villa: tutto, meno che dubitare dell’elezione canonica di Roncalli! Come fece il cardinale Tisserant (Nichitaroncalli, p.) Una verità dura da capire a causa di questi alti prelati, che in fondo rimasero i garanti degli anticristi. Così, la chiesa del Vaticano 2, che il vecchio cardinale pregava affinché finisse presto e lui ancora potesse morire cattolico, il vaglio dell’illegittimità dei falsari conciliare rimase tabù!

Poteva non importare i danni e le vittime che continuerebbero a fare i suoi «papabili»? No, la Chiesa degli Ottaviani, Siri, e tanti altri era in cedimento e così rimase senza veri papi né prelati di valore, capaci di andare oltre un magro verbo teologale. Una fede senza difensori, se non è già morta, non preserva la vita spirituale. Da due di questi cardinali di una «resistenza» senza futuro, sentì l’ammissione che lasciavano i loro segreti e sospetti per essere pubblicati dopo la loro morte. Per il cardinale Oddi, si trattava del suo tempo a Parigi con un nunzio che frequentava ogni giovedì la loggia, come ho avuto occasione di dirgli in un pranzo a casa; il cardinale era troppo onesto per negarlo, ma troppo «prudenziale» per dirlo. Lasciò «segreti da pubblicare»? Dove? A lui, come al card. Stickler, mi son permesso di dire che da morti le testimonianze valgono poco tanto per la propria anima come per la Chiesa.
Il cattolico sa che i modernisti possono ingannare gli uomini, non Dio. Se non bastano le conseguenze rovinose dei loro atti e frutti marci per testimoniare la loro estraneità all’autorità cattolica, ragione in più di volere che al più presto ci sia una vera reazione da parte della Chiesa, rimasta da troppo tempo non solo acefala del capo terreno, ma presa in un infame processo di demolizione della sua credibilità divina. Che cosa ha portato a tutto questo? La credenza generale nel valore «assoluto» dei conclavi: ecco il cappio fatale del «conclavismo» dell’ora presente, coinvolgente tutti, cardinali e un mondo conciliare e tradizionalista, irretiti insieme dal sommo inganno, da cui nemmeno il Terzo Segreto di Fatima è riuscito ancora a liberare! La realtà è che dal 1958 il Papa cattolico è morto e le conseguenze della sua vacanza divennero chiare già nel 1960! Ma tutti questi grandi cardinali e il loro seguito erano «conclavisti»!

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.